Il mio amico sott’acqua

Come nel documentario di Netflix, ho fatto amicizia con un polpo.

Una mattina di inizio Luglio stavo nuotando con i bambini, facendo un censimento delle stelle marine, quando ho visto qualcosa muoversi vicino a una stella. Era un polpo! Ho visto dove si fermava e ho chiamato subito tutti in modo che lo vedessero, perché i bambini non avevano mai visto un polpo dal vivo. Al principio non riuscivano a vederlo perché aveva appilcato la sua tecnica base di difesa: mimetizzarsi.

Effettivamente si confondeva con le roccie e le alghe circostanti e i bambini non riuscivano a vederlo. Cosí mi sono tuffata per indicarglielo e ho approfittato per fargli qualche foto da un paio di metri di distanza, non volevo spaventarlo. Deve aver capito che non ero pericolosa e che non volevo fargli del male, cosí dopo un po’ ha eliminato il mimetismo rendendosi visibile.

Ho continuato a fargli foto, al principio sembrava un poco seccato da tante attenzioni.

Ma poi si é tranquillizzato e mi sono avvicinata ulteriormente riuscendo a fargli anche primi piani. Era ancora un po’ nervosetto, tanto che mi ha soffiato un getto d’acqua.

Sono risalita di nuovo a respirare (ero già alla ventesima immersione… e foto) e ancora non si muoveva, cosí sono tornata ancora giú e questa volta gli ho fatto un primissimo piano e l’ho addirittura accarezzato.

Dopo un mesetto l’ho rivisto, questa volta ero con mio marito, era cresciuto, ma era sicuramente lui! Al principio al vederci in due adulti si é spaventato e messo sulla difensiva.

Ho avvicinato un dito, senza toccarlo. Non so se mi abbia riconosciuto, ma ha allungato un tentacolo, quasi a salutarmi, poi un movimento di mio marito l’ha spaventato ed é andato via.

Sfortunatamente questa storia cosí carina non ha un lieto fine: una settimana dopo, chiacchierando con una vicina di ombrellone sono venuta a sapere che pochi giorni prima avevano visto un pescatore subacqueo tornare in spiaggia tutto orgoglioso con un polpo appena fiocinato. Naturalmente i frequentatori della spiaggia avevano subito chiamato le guardie dell’ente parco, che appiopparono all’incivile pescatore una salatissima multa. Purtroppo nessuna multa potrà restituire la vita a questa creatura meravigliosa. Nel parco marino molti animali imparano a fidarsi degli umani, e se da una parte questo é un bene, perché si possono fare esperienze indimenticabili con animali che solitamente é difficile vedere, d’altra parte é anche un pericolo, perché ci sono sempre gli incivili che non rispettano le regole del parco e uccidono proprio quegli animali piú fiduciosi.

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Web: David Oliveras